FARE INSIEME – Ep. 214 – Brunetti Utensileria, quei sarti della meccanica che fanno rete con clienti e comunità

«Il nostro DNA è fondato sulla parola resilienza»

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A Bologna nel 1929 nasce un’azienda che nel tempo dimostrerà estrema resilienza e si collocherà come eccellenza nelle lavorazioni meccaniche complesse con utensili dedicati per ogni materiale o lavorazione. Oggi Brunetti utensileria conta 11 collaboratori per quasi 800 clienti e un fatturato di 2,5 milioni di euro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Enrico Brunetti, a capo di Brunetti Utensileria

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Ma chi deciderebbe mai di aprire un’azienda nel pieno di una profonda crisi economica? Ecco, in uno degli anni più nefasti della storia del nostro Novecento c’è chi decide di fare impresa. Apre bottega, insomma. E quella bottega negli anni diventerà una realtà strutturata, superando tempeste impensabili e riuscendo a navigare sempre anche controvento nei mari del mondo. Questa è la storia di Brunetti Utensileria che nasce proprio in quel 1929 che segnerà la crisi globale, partita dall’America e approdata presto anche in terra italica.

Identikit dell’azienda. Un folle, un visionario o semplicemente un imprenditore resiliente. Questo e molto altro è Enrico Brunetti, classe 1903, quando a ventisei anni apre un piccolo negozio nel centro storico di Bologna. Nel dopoguerra si trasferisce in Via Goito, sempre nel centro di Bologna: qui l’azienda cresce e inizia a servire le migliori realtà metalmeccaniche dell’Emilia-Romagna, della Toscana, delle Marche e dell’Umbria. Pensate che all’epoca lo spazio in azienda è ancora così limitato che le morse vengono immagazzinate sotto il letto di Enrico. Poi negli anni ‘70 il figlio Cesare trasferisce l’azienda in zona Fiera e poi negli anni ‘80 ci si sposta al Centergross. Oggi Brunetti Utensileria conta 11 collaboratori per quasi 800 clienti e un fatturato di 2,5 milioni di euro. Resilienza, dicevamo prima. Una prova? «Nel secondo Dopoguerra, intorno agli anni 1946-1947, il nonno aveva perso quasi tutto, ma non si dà per vinto e, con i pochi mezzi rimasti, acquista merce in saldo lasciata dagli americani dopo la fine della guerra. Il nonno così riparte vendendo questo materiale alle aziende di Bologna», afferma Enrico Brunetti, a capo di Brunetti Utensileria, terza generazione dell’impresa di famiglia, entrato nel 1997 dopo aver conseguito una laurea in economia e commercio. E che fatica imparare sul campo le nozioni di meccanica. «I primi tre-quattro anni è stata dura, sono entrato senza sapere cosa fosse un tornio, ma un grande consiglio che mi diede mio padre è stato quello di “sgrugnarsi” con i problemi e provarci da solo affrontando le difficoltà. Questo mi ha permesso di apprendere più velocemente grazie anche alle lezioni di tornitori, rettificatori e fresatori che alla sera mi insegnavano la meccanica applicata», ricorda Enrico. Resilienza, dicevamo prima. «Il nostro DNA è fondato proprio sulla parola resilienza. Sia mio nonno che mio babbo che io siamo resilienti. Abbiamo un’importante cultura sportiva e facciamo atletica da tanto tempo. L’atletica ci ha insegnato questo valore che anche nel lavoro cerchiamo tutti i giorni di trasferire. Per noi è rimasto immutato il mettere la persona al centro di tutto.  Ancora oggi cerchiamo sempre di avere con tutti i nostri collaboratori, fornitori e clienti rapporti umani duraturi e fondati sempre sulla trasparenza e la sincerità». Tradizione e innovazione, l’una strettamente legata all’altra. Oggi l’azienda si è rinnovata nella tipologia di prodotti tecnologici che richiedono preparazione e dedizione per il collocamento sul mercato.

Il cliente al centro
. Le proposte sono legate alla soluzione delle problematiche relative alle lavorazioni meccaniche complesse con utensili dedicati per ogni materiale o lavorazione. «Siamo diventati sarti della meccanica e perciò vestiamo la lavorazione meccanica del nostro cliente con un abito su misura mettendoci sempre la nostra esperienza e le nostre capacità di problem solving per la soddisfazione del cliente», precisa Enrico Brunetti. Il momento più difficile? Quel 2009 nel quale le aziende meccaniche erano praticamente spente, ma la risposta è sempre quella. La resilienza. Ossia quella costanza applicata al fattore tempo. E poi la consapevolezza di essere in una Emilia Valley che ragiona plurale. Ne è convinto Enrico Brunetti. «L’identità territoriale c’è sempre e le reti di impresa ci sono eccome. Credo che anche per il futuro lo scambio di informazioni e di dialogo rappresenti un momento di alto valore di mercato». Fare insieme. Ecco la migliore risposta alle difficoltà di mercato e alle sfide del nostro tempo.

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